domenica 15 giugno 2008

lunedì 9 giugno 2008

da La Repubblica

Politica educata e società incivile
di ILVO DIAMANTI


E' come assistere a due film diversi. A Roma e nel territorio. In Parlamento e nella società. E' già avvenuto in passato, di recriminare sul distacco fra il Palazzo e la Piazza, tra la politica e la società. Anzi è divenuto uno stereotipo contrapporre questi luoghi. Il Palazzo sordo, i politici attenti solo ai propri problemi e ai propri interessi. La Piazza in fermento e in ebollizione. La società: dinamica, aperta. Gli attori del mercato: capaci di marciare veloci, magari in modo disordinato e confuso. Ma nella stessa direzione. Verso una mèta comune. La politica, invece, stagnate e divisa. Lontana dalla piazza, dalla società e dal mercato. Due Italie incapaci di parlarsi. Comunisti e democristiani. Destra e sinistra. Berlusconiani e antiberlusconiani. Un Paese spezzato dalla politica. E, inoltre, dall'antipolitica. Oggi, quella rappresentazione si ripete, ma in modo speculare e simmetrico. Quasi a rovescio. I conflitti politici fanno poco rumore. Nei palazzi della politica gli scontri e le contrapposizioni sono echi lontani. Solo qualche discussione, perlopiù a voce bassa. Per fortuna. La rissa politica degli ultimi anni, ormai, ci dava disgusto. D'altronde, non si vedono motivi di contrapposizione. Mancano le cause scatenanti. In particolare: i numeri. Alla Camera come al Senato, i rapporti di forza lasciano pochi margini di incertezza. Il governo guidato da Berlusconi dispone di una maggioranza molto larga in entrambi i rami del Parlamento. Gli unici rischi che corre dipendono dalle possibili tensioni interne alla coalizione stessa. Fra PdL e Lega. E, nel PdL, tra i soci fondatori: FI e AN. Che, fino ad oggi, non hanno ancora celebrato riti di scioglimento e, successiva, confluenza nel nuovo soggetto politico unitario.
Tuttavia, non è solo un problema di numeri e di equilibri parlamentari. E' che - come si usa dire in questa fase - è "cambiato il clima" fra maggioranza e opposizione. Anche fra i leader, Berlusconi e Veltroni: c'è reciproca comprensione. Si parlano, dialogano. A volte, magari, discutono vivacemente. Ma non si insultano più. Danno l'impressione di ascoltarsi, comprendersi, rispettarsi. Qualcuno parla, perfino, in modo malevolo e un po' maligno, di "inciucio". Un governo "Veltrusconi", per usare il nuovo "mostro" tratteggiato da Giampaolo Pansa nel suo variopinto e pittoresco Bestiario. Il CaW, come ironizza - in modo bonario e complice - il Foglio, associando il Ca(Valiere) a W(alter). Difficile, d'altronde, accettare un confronto senza pregiudizi, senza fratture preventive, dopo decenni di divisioni senza mediazioni. In un Paese nel quale il sospetto è uno sport nazionale. E' cambiato il clima, dunque. In Parlamento e nei rapporti politici fra schieramenti, partiti, leader. E' diventato più tiepido. Quasi bello. Ma è cambiato anche fuori dal Palazzo. Nella società. Solo che, qui, è peggiorato. Si è deteriorato, drammatizzato. Incarognito. Lo "spirito animale" che in passato aveva pervaso e attraversato il mercato, le imprese, l'economia, generando innovazione e sviluppo - per quanto disordinato - oggi si è trasferito nei comportamenti sociali. Sul territorio. Dove sentimenti a lungo repressi esplodono, senza freni inibitori. Così si scatenano aggressioni a campi nomadi. Bruciati anche dopo essere stati evacuati. Così comitati cittadini - o sedicenti tali - si mobilitano contro la costruzione di villaggi destinati alla residenza di nomadi. Mentre monta l'ostilità nei confronti degli immigrati - soprattutto se irregolari oppure clandestini. Un sentimento magari comprensibile, ma nuovo per intensità. Contro un bersaglio che, invece, nuovo non è. Un fenomeno di lunga durata, difficile da definire. Visto che gran parte degli immigrati prima di diventare regolari hanno iniziato la loro carriera da clandestini. E molti diventano irregolari per i limiti improbabili posti da leggi velleitarie più che severe. In questo Paese, dove il clima politico si è improvvisamente intiepidito, quello sociale si è acceso. Arroventato da vampate improvvise. I risentimenti dei cittadini - e sedicenti tali - contro le istituzioni non accennano a stemperarsi, ma divengono sempre più violenti. L'antipolitica divampa. Mentre il rapporto fra i partiti si svolge su basi condivise, il Paese appare diviso. Le fratture territoriali si sono riaperte. La distanza fra Nord e Sud, non è mai apparsa tanto larga. Napoli: mai così lontana da Milano e Treviso. E viceversa. D'altronde, anche Roma si è stancata di recitare la parte della capitale. Basta con la favola del "caput mundi". Ma neppure "Italiae". Preferisce pensare a sé stessa; osservare e ascoltare i propri mali; curare le proprie ferite. Non in modo omeopatico, ma con terapie d'urto. In modo estremo. Se necessario: violento. Anche per questo i romani l'hanno fatta finita con il sorriso di Rutelli e il "volto umano" di Veltroni. Preferendo la maschera tagliente di Alemanno. Senza preoccuparsi troppo della sua passata passione fascista. Anzi... L'Italia di oggi. Educata, condivisa, moderata nella vita politica di Palazzo. Maleducata, divisa, estrema e violenta nella società e nel territorio. Quasi l'opposto di ieri. O forse: l'altro ieri. Non sappiamo se vi siano relazioni, fra queste due facce del Paese. Sempre simmetriche, dissociate. Ieri come oggi. Oggi come ieri. E' come se la società avesse assimilato il cattivo esempio della classe politica. E oggi non riuscisse a cambiare stile e comportamento. Al contrario: è come se le "buone maniere" dei leader politici istigassero i peggiori istinti sociali. Certo, magari è ancora presto. Bisogna lasciare al dialogo che avviene al Centro il tempo di propagarsi intorno, di contagiare la periferia. Il territorio e la società. Però, noi che siamo sempre insoddisfatti, impazienti "a prescindere". Noi che siamo incapaci di attendere che i processi storici facciano il loro corso. Noi, quando ci guardiamo attorno - e dimentichiamo cosa avveniva ieri. La nostalgia ci assale... (7 giugno 2008)

martedì 3 giugno 2008

risposta allo sfogo 5

Caro Alessandro,
io a volte sono troppo semplicistico, ma penso che tutti i ragionamenti e richiami sociologici antropologici economici che spaziano da Marx............... a Bossi Fini siano costruiti senza fondamenta qundi, come dici tu, paccottiglia, l'unico sistema è, e qui da destra a sinistra nessuno ne parla seriamente, senza avere scopi sottotraccia, la riforma della giustizia con all'art. 1 la certezza della pena.
In questo modo si può costruire un solido progetto che può sì, cambiare geometra ed estetitica, destrosa o sinistrosa che sia, ma sicuramente ha una certezza, delle fondamenta che possono reggere. Oggi i rumeni, domani i cinesi o chi per loro, ieri gli albanesi/kossovari, in un passato oramai quasi remoto i "terroni", una volta noi eravamo quelli da temere, ma come emigranti.
Non ti crucciare troppo, perchè vedrai che al compleanno della tua prole, quando sarà alla scuola materna, avrai tra gli invitati quasi sicuramente un Cin Ling, un Hammed, o una Badulesco, e sara più educata o più maleducata di noi a seconda della educazione che avrà ricevuto e noterai che chiederà di nascosto da mamma e papà il proscitto e tu o getterai la fesa di tacchino o la mangerai per una settimana di fila
ciao
mirco

venerdì 30 maggio 2008

risposta allo sfogo 4

Ho letto le vostre mail tempo fa e ora che ho un po' più di tempo vorrei dire due parole sul discorso sicurezza/immigrazione che Alessandro ha sollevato.
Io penso che quello che accomuna le persone di oggi sia il non aver capito cosa significa sicurezza... penso che la sicurezza venga sempre e ingiustamente messa in correlazione con l'immigrazione ma non è così a mio parere...
Mi spiego con una metafora. A noi a psicologia hanno insegnato a parlare con metafore quindi perdonatemi se vi può sembrare banale... considerate la sicurezza come una linea curva e l'immigrazione come un'altra linea curva... queste due linee essendo curve si possono intrecciare in qualche modo, in più modi e più volte... quindi anche per immigrazione e sicurezza è così... ma sono due curve distinte e non sovrepposte sempre... è questo la chiave principale... Tra le persone, anche pievesi... io denoto sempre più una forte ignoranza... ignoranza intesa come sostantivo di ignorare... non in senso dispregiativo. La sicurezza è sia una sensazione sia qualcosa di reale. L'immigrazione è solo realtà. E le due cose non coincidono.La sicurezza reale si fonda sulla matematica e riguarda le probabilità che si verifichino i possibili rischi e l’efficacia delle misure di protezione adottate. Possiamo infatti facilmente valutare quanto è sicura la nostra abitazione rispetto ai furti prendendo in considerazione fattori quali il tasso di criminalità del quartiere nel quale viviamo o la nostra abitudine di chiudere sempre a chiave la porta di casa. Possiamo anche calcolare con facilità la probabilità di essere assassinati in strada da uno sconosciuto o nella nostra abitazione da un familiare. Possiamo infine calcolare la probabilità di essere vittima di un furto d’identità. Dato un insieme abbastanza vasto di statistiche sugli atti criminali tutto ciò non è molto difficile: le compagnie assicuratrici lo fanno da tempo. Possiamo anche calcolare di quanto un antifurto può aumentare la sicurezza della nostra casa o in che modo il blocco del nostro conto bancario ci proteggerà dal furto d’identità. Ancora una volta: data una quantità sufficiente di informazioni ciò è facile. Ma la sicurezza è anche un modo di sentire, un feeling, che non si basa sulla probabilità e sui calcoli matematici ma sulle nostre reazioni psicologiche ai rischi ed alle misure di protezione. Si può essere terrorizzati dal terrorismo o viceversa non sentirsi in nessun modo minacciati da esso. In aeroporto ci si può sentire più sicuri vedendo che le scarpe dei passeggeri sono controllate dai metal detector oppure ciò può lasciare del tutto indifferenti. Ci si può considerare ad alto rischio per quanto riguarda i furti in appartamento, a medio rischio per quanto riguarda l’assassinio ed a basso rischio per il furto di identità. Ed il nostro vicino,nella stessa esatta situazione, potrebbe considerarsi ad alto rischio rispetto al furto di identità,a medio rischio rispetto ai furti in appartamento ed a basso rischio per l’assassinio.
Più in generale, si può essere al sicuro anche se non ci si sente al sicuro e viceversa sentirsi al sicuro anche se in realtà non lo si è. La percezione e l’effettiva sicurezza sono certamente correlate ma non coincidono e sarebbe probabilmente meglio avere due differenti termini per indicare tali situazioni differenti.
Gli esempi di prima li ho presi da un articolo di Psicologia Contemporanea di qualche mese fa. Non so, forse tutto ciò sono solo parole sulla sicurezza dettate dai miei studi etc, ma penso che ci sia poca informazione in generale su tutto ciò... penso che sia giusto lavorare in questo senso...e che si debba cercare di "acculturare" le persone per aver un modo più sano e discutere davvero su basi e conoscenze concrete e non fondato su preconcetti razziali.
Spero in qualche modo di aver dato il mio contributo "democratico" in questa discussione.

Ilaria

mercoledì 21 maggio 2008

risposta allo sfogo 3

Nel mio piccolo, sottoscrivo in pieno il rammarico del relatore pubblico Toni Muzi Falconi per quella che lui definisce la "fine della cesura socioculturale": "invece di quel che accade in altri Paesi, ove sono le elites culturali a impersonare valori, politiche e ambizioni che vengono poi civilmente assimilati e interpretati dal resto dei cittadini; in Italia sono state le elites ad adeguarsi ai valori e alle politiche più becere, impersonate e agite dalle frange più volgari e incolte: di destra come di sinistra, si intende" (articolo pubblicato in http://www.ferpi.it/).
Associata alla retorica del declino nazionale, la situazione è abbastanza deprimente e circoloviziosamente pericolosa.
Sentiamo infatti sempre più ossessivamente dire che siamo un paese allo sbando, economicamente, culturalmente, ecceteralmente...
Ma se ogni tanto noi italians ci prendessimo le nostre responsabilità? Ma se soprattutto ci rendessimo conto che il cambiamento si mette in pratica e non si subisce solamente?
Io ho l'idea che l'Italia possa e debba diventare un paese Cosmopolita; è una riflessione che da geografo mi porto dietro da tempo in considerazione del passato di questa penisola, dei suoi Comuni, delle sue realtà territoriali; abbiamo nel DNA una diversità di popoli, culture, lingue, gastronomie, che insieme rappresentano l'Italia. Sono una ricchezza multiculturale che ha accentuato negli ultimi anni sempre maggiori differenze: tanto che tutti oggi riconoscono che siamo più Italie.
Ecco allora che dobbiamo cercare qualcosa che non sia un minimo comune denominatore al ribasso (l'Altro, il nemico, per ritrovare/creare una fittizia identità); ma una sorta di massimo comune integratore. Per me si tratta di una visione globale, cosmopolita e multiculturale che ha poi ricadute materiali sulla professione, sul nostro modo di agire, sui mercati e i pubblici da raggiungere.
Io riparto da lì. Anzi da qui.

Biagio

(tratto da http://www.pranista.com/)

risposta allo sfogo 2

Innazitutto ringrazio Alessandro per aver animato il blog con una dibattito su un tema oggi fondamentale e su tutte le cronache.
Chiaramente la mia posizione è leggermente diversa da quella di Alessandro.
Parto da alcune frase di un libro che un po’ di tempo fa mi è stato regalato. Si intitola “Ma come sono gli italiani?” e l’autore è Jivis Tegno un giornalista indipendente arrivato in Italia nel 1992. Nel capitolo sugli immigrati (così è stato intitolato) dice: “per venire in Italia spesso gli uomini e le donne straniere, oltre ad utilizzare tutti i propri denari, ricorrono a collette in famiglia o dei prestiti che si vanno ad aggiungere alla somma che, quando possibile, viene inviata da un fratello o da un parente già sistemato in Italia”; “Una volta arrivati in Italia, molti extracomunitari si rendono conto che la nazione non è fatta per loro: nella maggior parte dei casi vengono completamente esclusi dalla società e di conseguenza anche loro non sentono l’esigenza o il desiderio di integrarsi”; “la necessità di abitare in tanti in alloggi piccoli deriva dal prezzo elevato degli affitti delle abitazioni e dalle basse retribuzioni che i datori di lavoro italiani danno”; “più di una volta mi è successo che, mentre ero con i miei amici, in piazza o al mercato o ad una fermata dell’autobus o tra la folla, sia poliziotti che carabinieri ci hanno chiesto documenti mentre raramente ho visto la stessa scena verso italiani”.

Cosa ce ne importa, molti diranno.., se poi noi lavoriamo fino a sera per pagare le rette dell’asilo per i nostri figli? Cosa ce ne importa se poi non possiamo permetterci una casa dignitosa se non accedendovi grazie a cospicui contributi famigliari (per chi se lo può permettere!) o a mutui che difficilmente sono accessibili e “gestibili” per i giovani? Cosa ce ne importa se poi molti atti criminali vedono coinvolti gli immigrati e le nostre città “sembrano-sono” meno sicure?
La mia passione politica, per uno schieramento preciso (che per fortuna si sta radicalmente modernizzando), deriva dall’aver condiviso fin dall’adolescenza alcuni principi che il centro-sinistra promuoveva-ve e che ne hanno generato la nascita stessa fra la fine dell’’800, inizi del ‘900. Mi pare utile in questo dibattito riprenderne almeno 2 e applicarli alla modernità globalizzata:

UGUAGLIANZA: Engels disse che “"E così la diseguaglianza si muta a sua volta in eguaglianza, non però nell'antica eguaglianza naturale degli uomini primitivi privi di linguaggio, ma in quella più elevata del contratto sociale. Gli oppressori vengono oppressi. È negazione della negazione". Poi l'art. 3 della Costituzione afferma che Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,... aggiungendo poi È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...
Se un cittadino straniero vive e lavora regolarmente nel nostro paese, generalmente a basso costo per il datore di lavoro, e paga regolarmente le tasse, perché non dovrebbe avere gli stessi diritti e doveri degli “autoctoni”, magari sulla base di un contratto sociale che può firmare o di cui può essere pubblicamente investito (guardate cosa fa in tal senso il Canada!!)?
Il vero tema oggi in Italia, che la politica non enfatizza a dovere, credo sia la certezza del diritto e della pena. Quest’ultima in particolare dovrebbe colpire tutti coloro, italiani e stranieri, che commettono dei reati. Purtroppo la comunicazione berlusconiana di questi anni ci ha insegnato che la giustizia si può raggirare e comunque la detenzione spesso non è commisurata alla pena. Oltre al diritto dove è finito il meccanismo collettivo delle sanzioni sociali? Perché oggi si ha paura di andare dall’amministrazione, dalle forze dell’ordine (nel rispetto dei ruoli e dei compiti che devono essere chiari e conosciuti) a sottolineare un possibile problema di criminalità, sia essa micro o macro? Perché se a Pieve ci sono delle situazioni sospette non vengono poste a chi di dovere? Perché altre situazioni (come ciò che avviene al Parco l’Isola che non c’è) passano innoservate da parte di chi di dovere? Credo che questi temi debbano essere comunicati e che sia ora che la nostra generazione si impegni seriamente a superare alcuni meccanismi della politica-giustizia-economia che sono irrigiditi, stagnanti e che hanno bisogno di una vera e propria “nuova stagione” per essere anche solo incrinati.

ATTENZIONE VERSO I Più DEBOLI: questo concetto, tanto caro alla cultura cattolica, necessita di essere recuperato e promosso. Una nuova cultura che consideri con attenzione i più deboli, non solo stranieri, può essere perseguita sia attraverso i simboli e la comunicazioni ma anche attraverso impegni concreti. Credo che l’attenzione verso i più deboli (la solidarietà) non sia da intendersi solo in termini di aiuti monetari e non ma anche come opportunità di crescita collettiva delle persone con le quali viviamo quotidianamente. Perché per televisione o nei nostri territori tendiamo a valorizzare esempi e gesti di chi già è affermato? Perché le azioni e i successi di chi già ha sembrano più importanti di altri? Vi assicuro che Venerdì scorso, alla cena marocchina organizzata a Renazzo, l’emozione più grande è stata osservare gli sguardi felici delle donne che, dopo aver preparato per ore la cena, sono state ringraziate da tutti i commensali. Per non parlare dei volti e sorrisi dei bambini stranieri che correvano e parlavano con noi. Bè credo proprio che la serata sia stata più bella e ricca di un qualsiasi programma su Sky o che da Flemming (e anche molto gustosa!).
Per quanto riguarda gli impegni concreti non vi è dubbio che una nuova cultura per esempio del rispetto dell’ambiente debba partire da noi prima che dagli stranieri… che prevedere più alloggi di edilizia convenzionata (per giovani e anziani) nei futuri sviluppi urbanistici sia un compito-dovere delle amministrazioni pubbliche.. così come per i datori di lavori un impegno a “sfruttare” meno per migliorare invece la qualità di vita e le opportunità dei propri dipendenti!!!
Come dice Giddens nel suo ultimo libro (peraltro meraviglioso) “l’Europa nell’età globale”, “la solidarietà sociale è l’integrazione di una società in rete, dai confini porosi, in cui la cittadinanza positiva dà vita ad un insieme efficace di obblighi sociali e ad una cultura ben precisa di rispetto nei confronti degli altri, rispetto che va dagli incontri nella vita di tutti i giorni fino ai rapporti astratti con culture remote”

Scusate lo sfogo, ma ho colto l’occasione per dire alcune cose che penso!!! Credo che SI Può FARE….e comunque sono convinto che siamo noi come Paese (il numero dell’Internazionale che citava la Laura merita in questo senso), come persone, come giovani, a dover evitare di toccare il fondo.

lunedì 19 maggio 2008

Risposta allo sfogo 1

Se non fosse che conosco bene Alessandro, la sua capacità critica e, soprattutto, la sua verve provocatoria mi ribollirebbe il sangue e mi pulserebbe di nervoso la vena della fronte. Penserei: "ma che cavolo, anche tra i nostri c'è chi abbocca al lavoro (eccellente nella sua efficacia) di scarico delle paure collettive sui pericoli (solo in minima parte reali, soprattutto immaginari) da cui l'elettorato vincente si sente assediato?". Invece per fortuna so che quella di Sandro è una provocazione bella e buona e che accolgo con piacere perchè apre un bel dibattito. Ad essa, dunque, rispondo.
Rispondo rifacendomi ad un articolo molto interessante letto proprio ieri sulla rivista Micromega a firma di Rodotà e che si intitola "subalternità culturale". Rodotà fa un'analisi della Lega e della cultura diffusa oggi, e parla di una "cultura separatista, rischiosa non tanto per l'unità nazionale, quanto per la coesione sociale. Da qui la pratica politica di una rappresentanza come contrapposizione all'altro - un altro che comprende l'immigrato, il meridionale, il comunista. Da qui un'idea comunitaria chiusa ed aggressiva". Da qui, aggiungo io, le serate passate in ciabatte lobotomizzati davanti a sky e la percezione di una Pieve di Cento insicura. Continua Rodotà, critico anche verso il PD, dicendo che l'agenda politica oggi è guidata da un'approssimazione culturale che mortifica l'autonomia del giudizio e la possibilità della riflessione critica. Già nel 1994, di fronte al successo di Berlusconi, ci fu una corsa al marketing politico, perchè allora sembrava che l'innovaizone politica si risolvesse in questo. All'epoca si mimava Berlusca, oggi si rischia di mimare la Lega. Ecco infatti che sento dire da più parti: "loro sì che hanno colto i veri problemi della gente, hanno vinto per quello, dobbiamo anche noi riuscire a dare delle risposte concrete ai problemi della gente". Rodotà definisce questo atteggiamento come subalternità culturale, la madre di tutte le sconfitte. E io mi sento molto d'accordo con lui. Con questo non nego il fatto che Berlusca e la Lega abbiano colto dei problemi veri (immigrazione, impoverimento delle famiglie, insicurezza). Solo che, come ha scritto altrove il sociologo A. Dal Lago, li hanno infilati in un "blob" unico e indifferenziato. Il problema dell'immigrazione e dell'insicurezza vanno certo affrontati, ma non posso credere che i soli linguaggi e le uniche ricette possibili siano quelle della Lega. Credo che Veltroni in campagna elettorale avesse gettato buone basi per un discorso autonomo nostro, che partisse dal riconoscimento dei diritti individuali, della coesione sociale, dello sviluppo come base di tutto, in particolare dell'Europa come punto di riferimento.
A proposito d'Europa, due riflessioni:
a) tutti i principali documenti che l'Unione Europea produce come linee guida per gli Stati membri (direttive, programmi, ecc) vanno nella direzione opposta a quella che prende piega in Italia su temi come sicurezza e immigrazione. Neppure l'UE ha capito nulla?
b) la stampa degli altri Paesi d'Europa ha un'opinione del nostro attuale governo e, soprattutto del nostro elettorato, pessima. Basta leggere qualche articolo sulla rivista l'Internazionale. Lo spocchioso intellettualismo di sinistra da tanti condannato dunque affligge tutta la sinistra europea? cioè, è forse un'epidemia? o forse dobbiamo stare attenti a non tentare con un certo elettorato una negoziazione al ribasso eccessivo?
Concludendo le mie farneticazioni.
- Non mi piace la definizione di politica "popolare". Mi sembra ancora un'imitazione di quella populista del Berluscaz. Sono d'accordo (con alessandro ne abbiamo parlato durante un caffè) sulla necessità di un programma che tocchi con incisività quei punti che tanto preoccupano i cittadini, ma li affronti dal NOSTRO punto di vista. Se la gente vuole più polizia perchè si sente insicura, ma l'insicurezza non è da attribuirsi ad un aumento della criminalità (è ad esempio il caso di Pieve), piazzare pattuglie in via Risorgimento e telecamere in Piazza Andrea Costa cosa risolverà? nell'immediato certo la cittradinanza potrà dire "ecco, hanno finalmente fatto qualcosa". Ma il problema dell'insicurezza non è risolto, se a monte la causa è di origine diversa. Anzi, sbagliando le risposte si rischia di aggravarlo il problema. Restando su questo semplice esempio(significativo perchè è quanto spesso si sente dire dalle persone), il vedere delle pattuglie aumenta la sensazione che in giro qualcosa non va, se c'e la polizia. Attenzione dunque alle risposte che si danno ai presunti problemi della gente. Attenzione a distinguere dentro il blob unico e indifferenziato.
- Con la partecipaizone non so voi, ma io non la voglio per niente finire. Su un giornale tedesco un giornalista diceva che in Italia ha vinto Berlusconi perchè gli italiani non vogliono assumersi il diritto/dovere di partecipare, e quindi delegano pigramente a chi pare poter governare da solo, senza scomodare il démos, il popolo. Bè, io me la voglio assumere questa responsabilità e credo sia necessario incentivare gli altri a fare lo stesso.

Laura

Sfogo

"Un bel giorno nel tuo dipartimento arriva un nuovo professore che sostiene che il raffreddore è socialmente costruito. Il giorno dopo, un altro collega dice che tutto, nel mondo fisico e nel mondo sociale, è costruito e motivato da scopi politici il più delle volte inconfessabili. Di qui a sostenere che la scienza e l'oggettività sono semplici forme di violenza il passo è breve e, quando pure la cosa in teoria possa preoccuparci poco, il pratica dovremo rassegnarci a frasi come "Lei se ne approfitta perchè ha ragione", o, magari "Lei ha ragione, dunque ha torto". (M. Ferraris, Scivoloni multiculturali, in Domenica-Il Sole24Ore 18/5/08)

Di fronte a casa nostra da qualche mese abita un numero imprecisato di persone. In un condominio ormai fatiscente - in un centro storico che è si un "gioiellino", punteggiato qua e là di emergenze anche pregevoli come l'attiguo palazzo duecentesco nella piazzetta delle catene, o la piazza stessa, ma nel contempo tristemente abbandonato a se stesso - dove fino a poco tempo vivevano alcune famiglie di meridionali di recente immigrazione, si è stabilita questa colonia di individui (singoli) di provenienza (se la gratuità di questa deduzione non suona violenta) nordafricana.
Questa sera sono uscito per fare una corsetta e per strada "c'erano solo loro". Da PaneVino, sotto i portici, ovunque. Solo loro. Di locali nemmeno l'ombra, tutti - come me fino a pochi minuti prima - rintanati nel proprio bozzolo, con i piedi ben piantati nelle pantofole davanti a un rassicurante pomeriggio di Sky fatto di Sfide Scudetto e altre amenità. Loro invece fuori, per le strade, increduli di avere uno spazio pubblico tutto per loro, e di non dover fare nemmeno la fatica di dover interagire con chi quelle strade le ha abitate da ben prima.
Anche io sono immigrato. Da vicino, è vero, ma lo sono, oggettivamente, simbolicamente. Ho scelto di venire a Pieve anche per sperimentare su di me - ogni giorno - una piccola dose di sradicamento. Per poter conoscere più realtà, per arricchire me e gli altri di nuove relazioni. Sono immigrato perchè ho scelto. Con tutta evidenza si è trattato di una scelta dai rischi molto contenuti, ma che voglio rivendicare con forza. Ma, forse complice il recente cambio di statu sociale che mi ha interessato - sono diventato padre - quell'insicurezza di cui tanto mi sono riempito la bocca oggi mi interessa in prima persona.
Aldo Bonomi ama citare Simone Weil e il suo famoso "chi è sradicato sradica". Ed è un problema che ci riguarda tutti. Ma che riguarda ancor più quanti - lontani da casa, senza lavoro, senza famiglia - le radici le hanno perse davvero. La mia preoccupazione nasce dal vedere che persone che abitano con me - di fatto - con la loro "nuda vita", con la brutale banalità della loro sola presenza (della serie: non è mica mai successo niente) non possono - o non devono - vedere il loro abitare vincolato a regole, a dispositivi di cittadinanza precisi: un lavoro, una sistemazione decorosa, una posizione fiscale... non è la "diversità" che spaventa, ma l'eccentricità rispetto a questo. L'esistenza stessa dello Stato di diritto si fonda su un patto tra persone, che devono essere messe nelle condizioni di rispettarlo.
Ora, mi si dirà, è tutta una questione di percezione. Sei diventato padre, sai com'è, e allora... E qua vengo al tema politico della questione. La dittatura del relativismo (davanti a casa tua non c'è una situazione di palese irregolarità, te la immagini...) Come vedete ho riportato Ferraris in apertura, non certo Ratzinger. Una certa sinistra - ma anche tanto centrosinistra, e anche tanti democratici - hanno implicitamente sempre fatto ricorso alle armi della propria presunta "capacità di lettura" della società per rivendicare la propria supremazia culturale. D'altronde chi, se non Hegel-Marx hanno - in termini teoretici - descritto in una "grande narrazione" la società? Una grande sociologia sopra di noi, in grado di costituire il ponte tra realtà e intervento pubblico (di policy) su questa realtà. Una grande lettura della società incapace - nei fatti - di rispondere ai problemi percepiti come importanti (non esistono i problemi "in natura", acquistabili a peso: gli unici problemi sono quelli che "la gente" avverte come tali).
Ora, non so se tutta questa pappardella sia appropriata - o anche solo applicabile - al caso pievese. Resta la mia preoccupazione personale, il mio timore che - persone sradicate e sostanzialmente abbandonate da tutti: dico ma checcazzo, anche una visita dei Carabinieri li farebbe sentire meno soli...) - decidano di radicarsi addosso a mia moglie, a mio figlio. Ve lo giuro: mai avrei pensato di arrivare a fare questi discorsi. Dico solo che, a un anno scarso dalle elezioni, occorre stare molto ma molto attenti. Vari casi - su tutti il recente di Roma - hanno dimostrato che nessuna "piazza" è certa e scontata per sempre. Se ci fossero oggi le elezioni a Pieve (lasciate stare dati e serie storiche), e se la destra riuscisse ad espriemere un candidato appena appena decente, si perderebbe. Non ci sono santi. Allora io dico apriamo tutti i cantieri che vi pare, facciamo pure i forum, ma scriviamo un programma decente finalmente svuotato di tutta la solita paccottiglia: partecipazione, ad esempio. E' ora di finirla. Facciamo un programma dove scendiamo di qualche gradino (facciamo uno sforzo) verso la gente, e tentiamo di dare risposte serie ai problemi avvertiti come tali (ottimi alcuni ragionamenti fatti per esempio dalla Laura recentemente, avremo modo di parlarne). E' tempo di una politica non populista, ma finalmente davvero popolare.

Alessandro

venerdì 9 maggio 2008

sul caso di verona

Vi sottopongo questo articolo di Ilvo Diamanti. Che ne pensate?


Figli di buona famiglia
di Ilvo Diamanti

"Giovani di buona famiglia". Così vengono definiti i cinque teppisti che hanno ammazzato Nicola Tommasoli. Colpevole di non aver voluto "consegnare" loro una sigaretta, dopo regolare intimazione. Giovani ultrà. Ultrà-giovani. Occasionalmente di estrema destra. Neonazi oppure neofasci. Giovani ultrà. Abituati ad avere uno stadio a disposizione per esibire i loro muscoli, i loro slogan, i loro simboli contro gli altri. I nemici. Gli "altri". Non solo quelli dell'altra parte politica. Dell'altra parte. Ma "gli altri", in generale. Gli stranieri, i nomadi. Gli ebrei. I deboli. Hanno in spregio le persone "comuni". A cui la violenza non piace. Quelli che la sera, in città, tirano tardi con gli amici. E passeggiano in centro città. Immaginando che possa ancora essere una città. Luogo dove, appunto, passeggi con gli amici. Fumi la sigaretta. Chiacchieri. Luogo di relazioni, insomma. Rete di comunità. Non un agguato politico. Ma un'aggressione "per caso". Chissà: gli aggrediti potevano essere leghisti, magari perfino fascisti. In quel momento erano solo persone comuni. Finite sulla strada di persone extra-ordinarie. Super-uomini in libera uscita. Giovani di buona famiglia anche quelli che, a Torino, hanno costretto i vigili ripiegare. Dopo averli circondati e aggrediti, qualche sera fa. La notte prima della festa. I vigili impudenti e imprudenti. Pretendevano di multare le auto in sosta dovunque, in Piazza Vittorio Veneto. In pieno centro. Perfino lungo le rotaie del tram. Tanto la notte non circola. Pretendevano, i vigili. Di interrompere la festa infinita. La "movida", come la chiamano adesso. La notte bianca che si celebra ogni fine settimana. Pretendevano di ostacolare il libero accesso alle auto e ai suv che, ovviamente, sono padroni della notte. (In realtà, anche del giorno). Ovvia la rivolta di questi giovani di buona famiglia contro tanta sfacciata arroganza. Così, a centinaia, hanno costretto i vigili a fuggire. Non senza aver inferto loro qualche colpo, qualche botta. Così, a futura memoria. Certo, in questo caso non li hanno massacrati. Non erano neonazi e neofasci. Solo ragazzi normali, di "buona famiglia". Si sono limitati ad affermare la legge del controllo sul territorio. Filmando la scena, regolarmente diffusa su "You tube". A scopo esemplare.
Questi "figli di" buona famiglia, tecnologicamente attrezzati ed esperti. Per fortuna: sono nati in tempi molto diversi e lontani da quel maledetto 1968, di cui si celebrano i nefasti, a quarant'anni di distanza. L'eredità di illusioni mancate e di violenze mantenute. Questi giovani di buona famiglia, invece, non guardano lontano. Non cercano figure e utopie di altri mondi. Il comunismo, Mao, Che Guevara... Semmai - alcuni di essi - guardano più indietro. Riscrivono storie da cui isolano ciò che interessa loro. Il mito della forza. Il seme della violenza. Che coltivano, quotidianamente, esercitando l'odio contro gli altri. Poveracci, accattoni, zingari e stranieri. Clandestini e non. Perché non conta distinguere, ma categorizzare e colpire "l'altro". Lo stesso che fa paura alla gente comune. Quella che mai si sognerebbe di bruciare un campo nomadi, tantomeno di ammazzare di botte un ragazzo perché non ti dà una sigaretta. Potrebbe essere loro figlio, l'aggredito. E gli aggressori potrebbero essere loro figli. Giovani di buona famiglia. Quelli abituati a sfogarsi il sabato sera, in discoteca, o nei bar del centro. Nelle piazze e nelle strade. Molti bicchieri e qualche pasticca per tenersi su di giri. Per ammazzare il tempo insieme alla noia. E l'angoscia che ti prende, in questa vita normale, in questa società normale, in questa città normale. Dove i divieti sono comunisti e le regole imposizioni inaccettabili. Dove dirsi "buoni" è un'ammissione di colpa. E la debolezza un vizio da punire. Giovani di buona famiglia. Genitori che deprecano questa società senza autorità, senza divieti e senza punizioni. E poi si indignano: di fronte ai divieti e alle punizioni. Alle autorità autoritarie. Quando colpiscono loro e i loro figli. Sempre gli ultimi a sapere. Cadono dalle nuvole, se scoprono cosa combinano, quei loro figli, a cui hanno dato tutto. Senza chiedere nulla. Senza sapere nulla di loro. Questi genitori di buona famiglia. Ce l'hanno contro questa scuola senza voti. Contro i professori che non si fanno rispettare. Contro i maestri che non sanno comandare. Non sanno punire. Questi genitori. Non capiscono e non accettano: i professori che impongono rispetto, comandano e puniscono. E magari bocciano. I loro figli. Giovani di buona famiglia. Figli di buona famiglia. Figli di. (La Repubblica, 5 maggio 2008)

giovedì 24 aprile 2008

Congratulazioni!


E' nato Pietro, il bimbo di Alessandro, membro del nostro coordinamento.

Una ragione in più per lavorare insieme e farlo crescere in un mondo più giusto.

Benvenuto piccolo Pietro!

mercoledì 23 aprile 2008

25 aprile

In occasione del 25 aprile tutti i comuni della Reno Galliera hanno organizzato un ciclo di iniziative per commemorare questa importante giornata.
Giovedì 25 San Pietro in Casale ospiterà queste iniziative:

- Ore 16.30: Arrivo della ciclata al Casone del Partigiano e rinfresco a cura del Centro anziani di Bentivoglio, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale e dell’Amministrazione Comunale di San Pietro in Casale.
- Ore 17.00: Presentazione della ricerca La storia di una brigata di pianura, la 4a Venturoli Garibaldi di Paola Furlan e presentazione del progetto Monumenti che parlano, ricostruzione virtuale dell’Ossario ai caduti partigiani alla Certosa di Bologna e del Sacrario ai caduti partigiani di Piazza Nettuno, a cura di Claudio Borgatti e Sergio Cazzola.

Ritenendo l’incontro interessante invitiamo tutti voi a partecipare. Noi ci troveremo al parcheggio dell’Isola che non c’è alle ore 16 per partire tutti insieme. Le persone che non hanno possibilità di trasporto possono contare in un posto sulle nostre auto, avvisandoci prima. PASSATE PAROLA!

Ricordo inoltre a tutti voi le consuete iniziative che avranno luogo a Pieve il 25 Aprile:

Ore 9,45 Ritrovo in Piazza - Ore 10,00 santa Messa nella Chiesa collegiata - Ore 11,00 Piazza A. Costa discorso celebrativo di Spartaco Brandalesi - Ore 11,30 Corteo al Cimitero - Ore 11,45 Partenza per cippi di Mascarino.




martedì 22 aprile 2008

GRANDE RISULTATO DEL PD DI PIEVE

Sì è vero...Berlusconi ce la fatta. Il PDL insieme alla Lega ha vinto democraticamente le elezioni. Il PD però ha raggiunto un risultato insperato all'inizio della campagna elettorale: oltre ad aver contribuito a rompere il vecchio schema politico e a semplificare il numero di forze partitiche che siederanno nel nascituro parlamento, il PD ha conquistato a livello nazionale un ottimo risultato elettorale che mi rende fiducioso per il lavoro che ci attende nei prossimi anni.
A Pieve di Cento il PD ha poi superato ogni aspettativa: alla Camera ha ottenuto il 45,28% dei voti e al Senato il 45,35% dei consensi aumentando rispetto al 2006 rispettivamente dell'1,1% e del 6,6%.
Il PD è il partito di maggioranza relativa di Pieve di Cento!!!! Un grazie sentito a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato!

martedì 15 aprile 2008

L'invito di Rita Ghedini

Ho fatto le congratulazioni a Rita Ghedini che è diventata senatrice PD e che è venuta a trovarci a Pieve lo scorso 11 aprile.
Anche da lei giunge l'invito a guardare avanti. Così infatti ci ha risposto:

"Grazie: bisognerà farsi passare la depressione e pensare al lavoro, serio e duro. A Presto. Rita"

Rita, qui a Pieve di Cento puoi contare su di noi!

il giorno dopo....

Ho ricevuto diversi messaggi e mail di amiche ed amici sull'onda di questi risultati elettorali.
Ho deciso di condividerne con voi qualcuno, prima di cominciare ogni riflessione. Mi sembra di dover lasciare ancora un po' di spazio all'emotività. Inoltre, voglio fare girare in questo modo un po' dei pensieri e delle impressioni che ci siamo scambiati in questi momenti.
C'è tanta preoccupazione...

"ti mando una citazione di Julien Benda che all'inizio del XX secolo denunciava il tradimento degli intellettuali che subordinavano i valori della conoscenza a quelli dell'azione...con l'augurio, nel nostro lavoro, di non cadere anche noi in questa tentazione: "il desiderio di degradare i valori della conoscenza a favore dei valori dell'azione...il vero è determinato dall'utile, il giusto dalle circostanze." Speriamo in un Italia migliore." (Manuela, 15 aprile, ore 11.47)

...c'è chi la preoccupazione tenta di sdrammatizzarla....

"adesso vado a letto con stridore di denti. Ho paura che tu ora ti faccia un tatuaggio! :-) " (Amaranta, 14 aprile, ore 23.30)

....qualcuno richiama coraggio e responsabilità....

"Questo è il momento della lucidità! Forza!" (Sandro, 15 aprile, ore 7.10)

... ci sono infine l'entusiasmo e la speranza che non ci devono mai lasciare...

"Anche dalle situazioni pessime io cerco sempre di tirare fuori il lato positivo...beh...anche se è andata come è andata noi possiamo dire di averci provato e creduto davvero...è stato un cammino duro dove ognuno si è messo in gioco al massimo delle proprie forze. Merito di uno spirito di libertà e degli ideali che ci accomunano. Ora la strada è spianata...continuiamo a crederci e andiamo avanti a testa alta perchè possiamo dire di avercela messa tutta. In fondo non possiamo lavorare sull'intelligenza degli altri ma possiamo sicuramente continuare a credere nella nostra." (Ilaria , 14 aprile, 23.16).

"Abbiamo perso, ma ho ancora tutto l'entusiasmo... Comincia un periodo di opposizione (5 anni) in cui possiamo costruire e in un certo senso formare la nuova classe dirigente del PD, l'unico partito del nuovo millennio... e con entusiasmo vincere e convincere già dalle prossime elezioni amministrative. Viva il PD!" (Biagio, 15 aprile, 0re 12.06)

lunedì 14 aprile 2008

giorni importanti

Mancano poche ore alla chiusura dei seggi. In questo momento mi sento di condividere con voi le parole che mi ha spedito una mia cara amica e che ricordano con intensità l'importanza di queste due giornate, al di là dei risultati che tutti attendiamo col fiato sospeso.

"C’è gente che è morta per darci il diritto di voto. Anch’io, quando si è saputo che saremmo andati alle elezioni, avevo deciso che non avrei votato. Poi, però, prevale sempre l’idea che il voto è un diritto, guadagnato a caro prezzo da tanti, tra cui, per molti, anche persone a noi molto care. Mia nonna, per esempio, bracciante e impegnata nelle lotte sindacali durante il fascismo, molte notti passate nella cella del comando dei carabinieri, molte notti passate anche da mio nonno, perché quando lei incrociava le braccia nei campi, andavano a prendere lui (che non aderiva allo sciopero) e gli facevano passare qualche giorno in cella a causa delle battaglie della moglie. Sulla fontana del paese era appesa un’ingiunzione a Galazzi Settima a non andare a prendere l’acqua (che lei non aveva certo nel rubinetto in casa) dalla fontana pubblica (che evidentemente era una fontana fascista). Quella nonna, mi ha sempre raccontato che, sebbene si fosse sposata e avesse avuto 2 figli (e molto amati, posso testimoniare), il giorno più bello della sua vita fu quando andò a votare per la prima volta nel 1946 per la repubblica; il secondo più bel giorno fu quando andò a votare per le elezioni politiche nel 1948. Furono notti insonni, quelle, finalmente notti felici.
Ecco perché, quando si tratta di andare a votare, finisco sempre per andarci, non senza una certa emozione.
E voglio votare perché il mio voto sia “utile” a governare
."

venerdì 4 aprile 2008

Veltroni a Bologna il 9 aprile

Walter Veltroni sarà a Bologna in Piazza Maggiore il 9 aprile alle ore 21.
Insieme al segretario nazionale del Partito Democratico, candidato Presidente del Consiglio, ci saranno, oltre a Romano PRODI, Pier Luigi BERSANI, Anna FINOCCHIARO e Dario FRANCESCHINI.
IL PULMAN DA PIEVE DI CENTO PARTIRA' DALL'"ISOLA CHE NON C'E'" ALLE ORE 19.20.

giovedì 27 marzo 2008

Il rush finale...

Eh sì, ci siamo, poco più di due settimane al voto. Nell'attesa, godiamoci gli ultimi stanchi scampoli di campagna elettorale con alcuni appuntamenti sul nostro territorio. Mercoledi 9 aprile Veltroni - insieme a tutto il gotha del PD - chiuderà a Bologna la sua campagna che come sapete l'ha portato in giro per tutta Italia. Venendo a Pieve, poi, due momenti importanti di confronto sui programmi li avremo:

DOMENICA 6 APRILE, con Gianluca Borghi, consigliere regionale, candidato al senato, che visiterà alcuni tesori storico-artistici della città (Teatro Comunale, Archivio Notarile) che resteranno aperti in occasione della giornata del FAI (Fondo per l'ambiente italiano). L'ex assessore regionale incontrerà inoltre i cittadini presso il banchetto allestito in Piazza A. Costa dalle 10 alle 12. Sarà offerto in questa occasione un aperitivo.

VENERDÌ 11 APRILE, poi, Rita Ghedini, presidente Coop Cadiai, candidata al senato, visiterà gli ambulatori del Polo Ospedaliero e l' ASP (Azienda Servizi alla Persona) "Galuppi-Ramponi” e incontrerà i cittadini presso il banchetto del PD in Piazza A. Costa. Con Rita Ghedini sarà presente anche Giuliano Barigazzi, Assessore Provinciale alla sanità.

mercoledì 19 marzo 2008

Un'altra iniziativa il 26 Marzo

Mercoledì prossimo non potete annoiarvi: oltre all'iniziativa sulle donne sotto illustrata promossa dal PD della provincia di Bologna, alla quale parteciperà anche il segretario provinciale De Maria, il Circolo ARCI Chimera di Pieve di Cento organizza la serata "I RAGAZZI DEL SALVEMINI", per ricordare e conoscere cosa accadde il 6/12/1990 a Casalecchio di Reno, attraverso la proiezione del documentario "I ragazzi del Salvemini" ed il successivo dibattito cui parteciperanno i registi e gli autori del film ed i membri dell'Associazione Vittime del Salvemini. La serata avrà luogo alle ore 21 presso la Casa del Popolo di Pieve di Cento (via Melloni 6).

martedì 18 marzo 2008

Iniziative sulle donne


Segnalo un'iniziativa sulle donne che si terrà a San Pietro in Casale il 26 Marzo alla quale sollecito tutte/i a partecipare.
Ci saranno:
Andrea De Maria, Segretario provinciale PD Bologna
Simona Lembi, Assessora provinciale alle pari opportunità
Carmen Ramponi, Candidata PD Camera dei Deputati
Livia Zaccagnini, Presidente Pd Regione Emilia Romagna

mercoledì 12 marzo 2008

Salvatore Caronna a Castel Maggiore

Ieri sera a Castel Maggiore il Segretario Regionale Salvatore Caronna ha incontrato i cittadini per confrontarsi con loro e rispondere alle domande.
Due in particolare le questioni trattate su sollecitazione del pubblico: PD e mondo della cooperazione e soluzione della questione salariale.
Caronna ha riconosciuto nella cooperazione uno dei settori più capaci per far fronte alla sfida della globalizzazione e in grado di rispondere efficacemente alla riorganizzazione economica in atto, grazie alla sua capacità di coniugare radicamento territoriale e dimensione globale. “Abbiamo bisogno di più cooperazione anche al di fuori del nostro territorio regionale”, ha affermato, “ che si affianchi alle altre forme di impresa, perché la cooperazione arricchisce il territorio contribuendo in maniera significativa allo sviluppo”. Ha ricordato inoltre l’antitetica posizione sul tema assunta del centro destra, che punta a ridurre questa parte del sistema economico-produttivo a condizione residuale. Obiettivo che secondo il segretario è spinto da posizioni puramente ideologiche, ovvero l’infondata convinzione che la cooperazione rappresenti una costola di una parte politica, e non, invece, autonoma e fondamentale forza economica.
Inevitabile inoltre la trattazione della questione salariale, dopo la presentazione del rapporto Ocse che pone l’Italia tra i Paesi con i salari più bassi e la pressione fiscale più elevata. L’impostazione del PD, ha detto Caronna, è quella giusta: cominciare rimettendo in moto il Paese attraverso la crescita e lo sviluppo. Il benessere delle imprese è il benessere dei lavoratori. Su questo passaggio ha sottolineato l’anacronismo delle pre-togliattiane posizioni della sinistra radicale che nega la possibilità di un’alleanza con le imprese.
Dunque, il PD intende fare crescere le imprese e ridistribuire più equamente la ricchezza. Poi sgravi fiscali ai lavoratori dipendenti e maggiore potere d’acquisto alle famiglie. L’opera di risanamento dei conti raggiunto realizzata con successo dal governo Prodi, ha infine ricordato, rappresenta la premessa essenziale a questo lavoro.

sabato 8 marzo 2008

"Donna non si nasce, si diventa". (Simone de Beauvoir)

Care tutte e cari tutti,

quella di oggi è una giornata importante: è il centenario della festa che ricorda il ruolo delle donne nella storia e i diritti ottenuti ad oggi grazie alla battaglia e alla costanza di molte di loro.
La mimosa è simbolo di questa festa, che troppo spesso diventa una semplice festa commerciale, oscurandone il valore profondo. Facciamoci regalare una mimosa solo se questa serve ad onorare le lotte fatte per il diritto al lavoro, al voto, all’istruzione. Ricordiamo però a chi lo dimentica troppo facilmente che la fragilità di questo piccolo fiore non ci appartiene. Abbiamo tutta la forza, la risolutezza, le risorse necessarie per fare un ingresso davvero significativo nella politica, che ora si realizza nelle quote rose introdotte dal PD e con le 379 candidate donne (pari al 42% del totale) nelle liste delle elezioni di aprile.
Il programma del Partito Democratico riconosce nelle donne “l'asso dello sviluppo, della competitività, del benessere sociale” e intende dare concretezza a quest’affermazione attraverso alcune importanti proposte finalizzate all’incentivazione dell’occupazione femminile, alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ad una distribuzione più equa tra uomo e donna del lavoro di cura.
Un programma che offre, dunque, ulteriori scalini nell’affermazione delle pari opportunità. Misure concrete, che vanno nella direzione di un cambiamento sociale ma anche e soprattutto culturale, che può e deve raggiungere tutti i livelli dell’organizzazione sociale: fino alla famiglia e alla coppia, che deve fondarsi sulla sincerità, la condivisione, il rispetto reciproco, su un rapporto contrattuale paritario tra l’uomo e la donna anche all’interno delle mura domestiche, dove spesso invece persiste il modello maschilista maggioritario. Il ripensamento del ruolo delle donne impone il ripensamento delle relazioni tra le persone. Impone, con urgenza, la messa in atto di provvedimenti contro le violenze di cui le donne continuano ad essere oggetto.

Facciamo sì che questa giornata serva da stimolo a continuare ad andare in questa direzione. Facciamolo tutti quanti, donne e uomini, perché la lotta per la parità è affare di tutti.
L’8 marzo di cento anni fa, 129 operaie americane in sciopero furono lasciate morire in una fabbrica tessile incendiata; questo non dovrà più succedere, in nessuna parte del mondo.

Auguri sinceri a tutte noi.

Laura Pozzoli
Partito Democratico di Pieve di Cento

mercoledì 5 marzo 2008

Ufficializzate le candidature

Sono finalmente state ultimate le liste dei candidati di Camera e Senato per la Regione Emilia Romagna. Le trovate qui.

martedì 4 marzo 2008

Caronna a Castel Maggiore!


E vai con gli appuntamenti! Segnatevi martedì 11 Marzo: alle ore 21 il Segretario regionale Salvatore Caronna sarà a Castel Maggiore per discutere con noi delle forze che il PD metterà in campo per affrontare la sfida delle elezioni di aprile. L'iniziativa è stata promossa dal PD zona Reno-Galliera.

lunedì 3 marzo 2008

walter veltroni a bologna, 6 marzo alle ore 21


Un appuntamento importante per sentire il programma con cui nostro PD si presenterà alle elezioni del 13/14 Aprile e per ascoltare il nostro leader Walter Veltroni. Per l'occasione partirà un pullman da Pieve di Cento che farà tappa anche a Castello d'Argile, Argelato e Funo.

La partenza è prevista per le ore 19e45 dal parcheggio del parco l'isola che non c'è.

Vi aspettiamo numerosi!

giovedì 21 febbraio 2008

2 consigli comunali da non perdere


Come si fa a conoscere ciò che il proprio Comune programma e realizza per i cittadini? Assistere ai consigli comunali può essere molto utile, interessante e anche divertente visto che da un pò di tempo la minoranza rimane in silenzio....

Il Consiglio comunale è un organo politico rappresentativo eletto ogni 5 anni dai cittadini che risiedono nel Comune. ll suo ruolo è molto importante in quanto ad esso competono le scelte fondamentali per i cittadini: da quelle di pianificazione urbanistica (Piano regolatore generale oggi PSC) e programmazione economica finanziaria (Bilancio e programmi) a quelle inerenti alle politiche tariffarie, ai criteri di fondo per l’organizzazione dei servizi pubblici e per l’organizzazione generale del Comune. Le decisioni del Consiglio sono successivamente impostate sotto il profilo operativo dalla Giunta e riportate in atti puntuali dei Dirigenti.

La settimana prossima si terranno a Pieve di Cento 2 importanti Consigli:
Giovedì 28 Febbraio alle ore 20e45 in Comune si approverà il Bilancio di previsione 2008, documento che contiene le azioni che l'amministrazione realizzerà nel corso dell'anno. Sempre in quella seduta si apporverà il regolamento per la nuova SEA (Stazione ecologica attrezzata), l'area situata in via Zallone 32 completamente rinnovata dove i cittadini potranno conferire alcune tipologie di rifiuti durante le giornate di Mercoledì e Sabato.

Infine Sabato 1 Marzo alle ore 10:00 si terrà un Consiglio straordinario di presentazione sulla trasformazione dell'Associazione Reno Galliera in Unione dei Comuni. State tranquilli comunque... Pieve non scomparirà!!!

A breve inseririremo sul blog materiale informativo su questi punti per chi non avrà la "fortuna" di partecipare ai Consigli suddetti.

lunedì 11 febbraio 2008

alcune note utili per capire come si voterà con il "porcellum"

Alcuni utili informazioni prese dal sito di Repubblica sull'attuale legge elettorale e sugli effetti che potrà produrre per queste elezioni:

La caratteristica principale del sistema di voto è che conserva aspetti proporzionali come il voto di lista per il partito in un contesto maggioritario dove chi vince, anche per un solo voto in più, prende tutto. Questo favorisce la nascita di coalizioni che devono condividere premier e programma. E che alla fine spesso risultano forzate e litigiose.
Le coalizioni. Sono più partiti collegati che si riconoscono in un candidato premier e in un programma. Questa volta saranno quattro i "poli" in gioco e almeno quattro i candidati premier: Silvio Berlusconi per la Casa delle Libertà; Walter Veltroni per il Pd; Fausto Bertinotti per La Sinistra-L'Arcobaleno; Baccini o Tabacci per la Rosa Bianca.
Partiti e coalizioni. L'elettore vota per il partito che sceglie; in questo modo, però, indica implicitamente anche la coalizione di governo preferita e la persona che dovrà guidare il governo (disposti sulla stesa riga della scheda). Non è ammessa la possibilità di votare per un partito e scegliere una coalizione diversa.
Su questo fronte, per queste elezioni, si giocano le novità più importanti. La coalizione della Cdl corre con quattro o sei, sette, forse dieci ma anche quattordici simboli di diversi partiti che si riconoscono in unico premier e condividono lo stesso programma. Il Pd da solo o al massimo una mini-coalizione con Ps e Idv dove ognuno mantiene il proprio simbolo. La Sinistra-L'Arcobaleno avrà un unico simbolo e Bertinotti candidato premier. Idem per la Rosa Bianca e altri partiti che decideranno di correre per conto proprio. Nel 2006 il Viminale stampò la scheda elettorale più lunga della storia della Repubblica perchè l'Unione teneva sulla stessa riga i simboli di ben otto partiti coalizzati. Vediamo se quest'anno quel record sarà abbattuto.
Premi di maggioranza. E' la norma della legge che spariglia fino alla possibilità di attribuire a maggioranze diverse le due camere. La coalizione che ha ricevuto più voti ha diritto al premio di maggioranza, pari al 55 per cento dei seggi. Il premio è applicato su base nazionale alla Camera (con esclusione della Val d'Aosta) ed equivale a 340 seggi su 630 che vengono ripartiti fra i partiti in proporzione ai voti ottenuti (i partiti sconfitti si dividono gli altri). Questo spiega, ad esempio, perché il Pd vuol correre da solo. Se è verosimile la vittoria della Cdl, infatti, tanto vale per Veltroni affermarsi da solo per misurare quello che è e quello che vale il nuovo partito senza rincorrere premi a discapito della chiarezza del programma. E' un po' la prova generale di quello che sarà o dovrebbe essere in futuro con la nuova legge elettorale (sempre che non si debba arrivare comunque al referendum).
Il discorso cambia al Senato dove il premio di maggioranza è assegnato regione per regione. Non è prevista alcuna soglia minima da raggiungere per avere diritto al premio (cosa su cui la Corte Costituzionale ha avanzato dubbi di illegittimità). In questo caso si spiega la preoccupazione della Cosa Rossa di ricercare accordi tecnici col Pd. Ovverosia: il timore è che anche in regioni più a sinistra come la Toscana e l'Emilia la Cdl prenda più voti, e quindi il premio, del Pd da solo. Significa, secondo i leader della Cosa Rossa, "regalare" a Berlusconi anche quelle roccaforti. In quelle regioni, invece, la coalizione tra Pd e La Sinistra-L'Arcobaleno farebbe scattare il premio e seggi per il centrosinistra.
Sbarramenti. Alla ripartizione dei seggi sono ammessi solo i partiti che superano i tre sbarramenti previsti e concepiti in modo da premiare i partiti che si coalizzano a discapito di quelli che si presentano al di fuori delle coalizioni principali.
Sbarramenti Camera. I partiti coalizzati sono ammessi alla ripartizione dei seggi se hanno avuto almeno il 2 per cento ma è previsto anche il ripescaggio del partito più votato fra gli esclusi di ciascuna coalizione (come era capitato all'Udeur di Mastella che era arrivato all'1,4%). Nella Cdl fu ripescata la lista Nuovo Psi-Dca che aveva avuto solo lo 0,7 per cento. Per i partiti non coalizzati, la soglia di sbarramento sale al 4 per cento. Se poi una coalizione non raggiunge il 10 per cento, i suoi partiti sono esclusi comunque.
Sbarramenti Senato. Le soglie sono diverse e sono sempre calcolate su base regionale: 3 per cento per i partiti coalizzati (senza ripescaggi); 8 per cento per i non coalizzati; 20 per cento per le coalizioni.
Eletti all'estero. Sono 12 seggi a Montecitorio e sei a Palazzo Madama i posti riservati ai tre milioni di italiani residenti all'estero e aventi diritto.
No preferenze. Le liste sono bloccate, i nomi sono decisi dalle segreterie dei partiti. I candidati vengono eletti in base all'ordine di presentazione. Il Pd e la Cosa Rossa cercheranno di bypassare questo odioso limite della legge - uno di quelli che più alimenta l'antipolitica - cercando di fare una sorta di primarie a livello locale per decidere chi candidare.

mercoledì 6 febbraio 2008

Costituito il coordinamento locale del PD

Si è conclusa domenica 27 gennaio la campagna di apertura sul territorio dei circoli del Pd iniziata venerdì 25 gennaio con l’assemblea di presentazione dei candidati. Il percorso, accompagnato dall’avvio della campagna di adesione alla fondazione del partito democratico che proseguirà nelle prossime settimane con la consegna degli attestati di fondatore del PD, ha portato alla costituzione del coordinamento del Partito Democratico di Pieve di Cento con la elezione (a voto palese avvenuta venerdì sera alla presenza di 37 votanti) di queste persone.

le nuove elezioni alle porte. Una grande novità fra il vecchiume e l'autoreferenzialità

Nuove elezioni politiche si avvicinano. Purtroppo senza una nuova legge elettorale. Purtroppo con il rifiuto da parte di un centrodestra irresponsabile ad accordarsi per cambiare le regole del gioco. Ma per fortuna il PD sta tentando con coraggio di dimostrare che per fare le innovazioni e i cambiamenti in questo Paese non servono solo le regole. Ciò che è importante sono le idee, i progetti e gli strumenti che si metteno in piedi per la loro realizzazione. Pensare di correre da soli alle elezioni, o al massimo accettare alleanze sulla base di un programma elaborato dal PD, è la prima grande innovazione sostanziale della politica italiana della seconda repubblica. Per un Paese che ha un enorme necessità di rinnovarsi. Di velocizzare i tempi e i modi della politica. Di politici responsabili che rispondano agli elettori delle loro scelte ed azioni. Pensate che con questa legge elettorale vigente ci ritroveremo in Parlamento Mastella, Dini, Turigliatto, Caruso, Calderoli, la Mussolini e così via. Ma chi rappresentano costoro? Facciamoci sentire... per ristabilire un'idea sana e pulita della politica, per ridare vigore e attendibilità a questo Paese che ha tante opportunità e potenzialità

mercoledì 30 gennaio 2008

M'illumino di meno...

Il Comune di Pieve di Cento, come tanti Comuni italiani ed europei, aderiscealla giornata del risparmio energetico, prevista per il 15 febbraio 2008, giorno antecedente l'anniversario della firma del Protocollo di Kyoto. L'iniziativa promossa dalla trasmissione radiofonica Caterpillar di Radio 2, denominata "M'illumino di meno" intende sensibilizzare i cittadini sui temi del consumo consapevole e razionale delle risorse. Per segnalare materialmente l'adesione a questa iniziativa dalle 18 alle 19,30 del 15 febbraio il Comune lascerà spenti alcune piazze e monumenti. Aderisci anche tu limitando il più possibile l'utilizzo di energia elettrica. Per approfondire questi argomenti il Comune invita tutti all'incontro "Il Risparmio Energetico e le fonti di energia sostenibile", il 7 febbraio.

martedì 29 gennaio 2008

Un bilancio


Pur nella mestizia del momento, è importante che da ogni disfatta (ci siamo abituati) si sappiano cogliere elementi di miglioramento, le famose lezioni imparate, gli errori da non ripetere. Fermo restando che come si sa la sinistra italiana è piuttosto incline nel ricadere negli stessi errori, e che la coazione a ripetere l'ha da tempo ridotta a quello che è, è importante dare un'occhiata a quest'ultima fatica de Lavoce.info, dove sono argomentati minuziosamente i (pochi) successi e i (vari) punti dolenti del Governo appena caduto.

23 FEBBRAIO CENA DI PESCE


Il 23 Febbraio si terrà alla Casa del Popolo di via Melloni 6 una sfiziosa cena a base di solo pesce preparata dai "nostri" cuochi di fiducia Liviana Molina&marito (Gianni Cazzani) e Gianni Ragazzi (Charly per gli amici)& moglie Sandra.
L'attività del partito democratico di Pieve di Cento non poteva iniziare meglio!
Per info e prenotazione contattare "la" Giliola Fantoni (gfantoni@pieve.provincia.bologna.it)

lunedì 28 gennaio 2008

Nasce il PD a Pieve: un discorso

Nuove leve della politica pievese si presentano. Filippo Matteucci, neodelegato provinciale del PD, ci offre alcuni spunti di riflessioni a partire dalla crisi politica di questi giorni. Un'importante iniezione di fiducia.

venerdì 25 gennaio 2008

Elezione del coordinatore: è il momento


Ciao a tutti,
vi ricordiamo un appuntamento importante per la politica pievese, e per rinnovare il nostro impegno per la Cosa pubblica, nonostante i tempi non inducano esattamente all'ottimismo.

VENERDI' 25 GENNAIO ASSEMBLEA PER L'ELEZIONE DEL COORDINATORE E DEL COORDINAMENTO DEL PARTITO DEMOCRATICO DI PIEVE DI CENTO.
SI VOTERA' ANCHE PER I DELEGATI ALL'ASSEMBLEA PROVINCIALE.
ORE 21 CASA DEL POPOLO VIA MELLONI 6
Vi ricordo che sarà possibile votare anche Sabato 26 Gennaio dalle 15 alle 19 e Domenica 26 dalle 9 alle 12,30 sempre presso la Casa del Popolo di via Melloni 6.

giovedì 24 gennaio 2008